Ecocolordoppler Penieno Dinamico

L’ecografia dinamica peniena, anche chiamata ecocolordoppler penieno, è una indagine ampiamente utilizzata nella diagnosi della disfunzione erettile, grazie alla sua capacità di studiare il flusso sanguigno penieno e di evidenziarne le principali alterazioni.
L’ecocolordoppler penieno sfrutta sonde ecografiche ad alta frequenza (7.5-13 MHz) con modulo color-Doppler, che permettono di analizzare le onde riflesse dalla parte corpuscolata del sangue che scorre nei vasi del pene. Durante l’esame non si usano quindi radiazioni ionizzanti, pericolose per l’organismo.

Oltre alle sonde ecografiche e alla strumentazione correlata, l’ecocolordoppler penieno “dinamico”, prevede il ricorso a farmaci vasoattivi, come la prostaglandina PGE1 (Alprostadil – Caverject) che vengono iniettati direttamente nei corpi cavernosi del pene per indurre un’erezione farmacologica. In questo modo, effettuando l’ecocolordoppler penieno in condizioni basali e ripetendolo ad intervalli prestabiliti dopo l’iniezione dei farmaci ( FIC-TEST), è possibile studiare la dimensione e lo stato di dilatazione delle arterie cavernose, la velocità di afflusso del sangue all’interno dei vasi del pene, e la struttura dei corpi cavernosi a riposo e in erezione. L’esame è inoltre in grado di studiare la morfologia del pene, evidenziandone eventuali alterazioni ecostrutturali quali fibrosi o placche calcifiche. Oltre all’iniezione di farmaci che provocano vasodilatazione peniena, nel corso dell’esame alcuni medici mettono a disposizione del paziente un filmato erotico (VSS); tale approccio è dettato dal tentativo di minimizzare la componente emotiva, con blocchi di natura psicologica che potrebbero alterare i risultati dell’esame.

Sebbene – al contrario dei classici PDE5-inibitori tadalafil, vardenafil, sildenafil, avanafil – i farmaci iniettati nei corpi cavernosi non abbiano bisogno di un’eccitazione psichica per indurre l’erezione, l’ansia del paziente potrebbe comunque determinare una ridotta risposta allo stesso farmaco.

L’ecocolordoppler penieno dinamico è generalmente l’esame di prima linea in caso di sospetto clinico di una disfunzione erettile su base vascolare, ad esempio in pazienti affetti da aterosclerosi, diabete, ipertensione o con altri fattori di rischio cardiovascolare.
In caso di risultati positivi, per identificare la presenza e l’esatta localizzazione di un problema arterioso o di una fuga venosa evidenziati dall’ecocolordoppler penieno, è necessario il ricorso ad indagini diagnostiche più invasive, come la cavernosometria, la cavernografia dinamica e l’arteriografia selettiva dinamica delle arterie peniene. Durante l’ecocolordoppler penieno il paziente viene normalmente studiato in decubito supino (sdraiato a pancia in su) con il pene appoggiato alla parete anteriore dell’addome. L’esame in sé – che richiede circa 45 minuti – non è doloroso, mentre invece l’iniezione intracanvernosa del farmaco è considerata dolorosa dalla maggior parte dei pazienti. L’esame, se effettuato secondo la tecnica corretta, non arreca alcun danno al paziente.

Una rara complicanza dell’ecocolordoppler penieno dinamico risiede nella comparsa del priapismo: un’erezione che dura oltre il tempo di efficacia del farmaco (circa 1 ora) e che può diventare dolorosa.

Qualora si manifesti, il priapismo può essere facilmente trattato mediante opportune terapie farmacologiche locali, come la somministrazione intracavernosa di etilefrina, e solo in rari casi richiede la detumescenza chirurgica.